“La notizia della deroga all’applicazione delle nuove regole sul deflusso ecologico, previste dalla Direttiva Acque UE, per il fiume Piave, dimostra ancora una volta che la Regione Veneto vive di rinvii. Bene gli interventi consortili per il risparmio idrico, specie a favore delle attività agricole, ma non è possibile attendere il 2029 per evitare che il Piave, anche per effetto della crisi climatica, si trasformi definitivamente in un rigagnolo o in un’immensa e ben remunerativa cava di ghiaia. E va ribadito che la tutela dell’ambiente può camminare a fianco della buona economia.
Infine, è evidente quanto lo stato di salute dei fiumi del Veneto, anche secondo gli ultimi dati di Legambiente, non sia ottimale, a causa di inquinamento, scarichi abusivi, mancata depurazione e agrofarmarci. Per questo si lanci subito, a partire proprio dalla questione Piave, il corso d’acqua più sfruttato e più in pericolo, una conferenza regionale sui fiumi del Veneto aperta a istituzioni, esperti ambientali e idraulici, associazioni e cittadini agiremo così sicuramente prima del 2029 e certamente prima di qualche procedura di infrazione europea in ambito ambientale”.
Lo dichiarano congiuntamente Giovanni Zorzi e Matteo Favero, rispettivamente segretario e responsabile ambiente del Partito Democratico Provinciale di Treviso.