“Basta percorrere a qualsiasi ora la Strada Provinciale Postumia tra Treviso e Castelfranco Veneto per capire quanto pesi sui nostri paesi in termini di disagio, inquinamento e traffico il ritardo nella conclusione dei lavori della Superstrada Pedemontana Veneta. I cittadini dei comuni attraversati dall’opera, e i veneti in generale, hanno già pagato un prezzo altissimo in termini di impatto ambientale. Non prendiamoli in giro ulteriormente. È risibile affermare che la SPV non venga utilizzata perché poco conosciuta o male indicata.
Non serve a niente tirare in ballo addirittura GoogleMaps, come ha fatto l’ing. Elisabetta Pellegrini, direttrice della struttura di progetto per la Regione Veneto. L’opera è ben riconoscibile e, sebbene non finita, ha avuto almeno due inaugurazioni in pompa magna con la massima copertura mediatica: il 3 giugno 2019 per il tratto vicentino e il 28 maggio 2021 per il tronco Bassano del Grappa – Montebelluna. È invece la questione del suo costo il vero problema. Ad oggi percorrerla, per un tratto per di più incompleto senza lo sbocco sull’A27 da una parte e sull’A4 dall’altra, è infatti pressoché proibitivo per le tasche di chi si sposta per lavoro o per esigenze personali. Un fatto che getta una grande ombra sulla sua sostenibilità economica. A meno che questa non sia a carico dei veneti. Ma questa è una verità che difficilmente si racconta. Accanto ai sacrosanti interventi di compensazione ambientale, per l’impatto prodotto dalla SPV servono misure di vera e propria compensazione sociale, che interessino quanto meno i residenti dei comuni attraversati. L’eliminazione del pedaggio, come richiesto dalla petizione lanciata dai circoli PD del Montebellunese, è un primo e doveroso passo in questa direzione”.
Lo affermano Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Partito Democratico di Treviso, e Matteo Favero, responsabile provinciale Ambiente e Infrastrutture.