MEDICI DI BASE, IL PD REPLICA A ZAIA: “ASSURDO FAR GESTIRE UN’ENORMITÀ DI PAZIENTI AD UNO SPECIALIZZANDO, ECCO LE NOSTRE PROPOSTE PER AFFRONTARE IL PROBLEMA” 

“Sostenere che dei neolaureati possano tranquillamente gestire anche più di mille pazienti è una mistificazione della realtà ed equivale ad un servizio ai cittadini non di qualità sufficiente”. Così Claudio Beltramello, responsabile Sanità per la segreteria provinciale del Partito Democratico, replica alla proposta del governatore Luca Zaia di impiegare gli spacializzandi per far fronte alla carenza di medici di base. 

“È chiaro che un medico neolaureato ha una conoscenza generica di tante cose, ma specifica su niente. Quindi la legge italiana prevede appunto alcuni anni di specializzazione e per quanto riguarda i medici generalisti c’è un percorso triennale a seguito della laurea – puntualizza Beltramello -. Dire che un medico neolaureato può svolgere le stesse mansioni di un medico specialista è un’offesa rispetto a chi investe altri quattro o cinque anni di studio per ottenere la specialità e poi è mistificare la realtà: se non ci fosse stato bisogno di ulteriore studio per esercitare, ci saremmo risparmiati le specialità e bastava la laurea in medicina per fare tutto, incluso il medico di medicina generale”. 

“Grazie all’impegno diretto dei nostri Circoli, abbiamo raccolto migliaia di firme di cittadini trevigiani nei comuni di Vedelago, Godega di Sant’Urbano, Gaiarine, Codognè, Vazzola, Preganziol, Oderzo e Fregona, per segnalare il disservizio dovuto alla carenza di medici di base che purtroppo tocca in pratica zone che vanno da un capo all’altro della provincia – afferma il segretario provinciale Giovanni Zorzi -. Per affrontare subito questo problema, facciamo delle proposte precise a Zaia, all’assessore regionale Manuela Lanzarin e al direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana Francesco Benazzi.

Bisogna mettere a disposizione sedi da proporre gratuitamente ai medici di medicina generale ed aumentare i fondi per il personale di segreteria a loro supporto, sia che operino da soli o in forma aggregata. Serve inoltre migliorare il sistema informativo ed informatico, in modo che i medici possano entrare nei database aziendali per esami di laboratorio, referti ed immagini di radiologia, sistemi di prenotazione e altro ancora ed infine favorire l’istituzione di nuove realtà in forma aggregata, in particolare delle medicine di gruppo integrate, anche alla luce delle istituende case di comunità”.

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