“Inutile parlare di messa in sicurezza del fiume Piave quando poi, come nel caso della proposta Bet, si vogliono autorizzare in deroga ai piani di gestione fluviale, nuovi enormi prelievi di ghiaia. Una proposta del “gambero” per il fatto che la maggioranza che sostiene il Presidente Zaia compie sempre passi indietro dal punto di vista ambientale anziché privilegiare il riciclo di inerti in edilizia. Si tratta di un atteggiamento che mette in luce le classiche ambiguità di chi guida la Regione Veneto da oltre venti anni.
Il fiume Piave è peraltro uno dei fiumi più sfruttati e “artificializzati” d’Europa: permettere ulteriori prelievi aggrava il rischio idrogeologico per alluvioni, frane e cedimenti anche per effetto della crisi climatica che con eventi atmosferici estremi – lo abbiamo visto quest’estate – rende ancora più fragile il nostro territorio. Il PD della provincia di Treviso, grazie ad un’interrogazione in Commissione Ambiente alla Camera dei deputati a prima firma dell’On. Braga, ha da tempo posto come questione nazionale al Governo centrale il tema della rinaturalizzazione e della messa in sicurezza del nostro storico fiume. Una risposta – sollecitata oggi – che con le preoccupanti notizie che giungono da Palazzo Ferro Fini è sempre più improcrastinabile”.
Lo affermano congiuntamente Giovanni Zorzi, segretario del PD trevigiano, e Matteo Favero, responsabile Ambiente e Infrastrutture provinciale.